L’islam in Italia: la questione dell’istruzione religiosa

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Il testo affronta il tema della condizione giuridica dell’Islam in Italia, tra legislazione sui culti ammessi e prospettive di intesa con lo Stato. In particolare viene affrontata la questione dell’istruzione religiosa,attraverso un’analisi della situazione delle confessioni religiose acattoliche dallo Statuto Albertino ad oggi. Particolare attenzione viene riservata ai problemi e alle prospettive riguardanti un’istruzione religiosa islamica in armonia coi principi costituzionali ma allo stesso tempo fedele ai principi della propria tradizione.

Alessandro Di Cecco(Taranto,1986) si è laureato in Giurisprudenza e ha frequentato come borsista il Master Accademico di II Livello “Esperti in politica e relazioni internazionali” presso la Libera Università Maria SS.                                                                                                 Assunta, LUMSA, di Roma. Ha svolto inoltre un tirocinio di 15 mesi presso due Amministrazioni Pubbliche di livello ministeriale, e collabora col Presidente dell’Associazione “Prospettive Mediterranee”, dott. Enrico Molinaro, alla redazione di articoli e saggi.

Da parte dei musulmani italiani sono necessari lo sforzo di trovare precisi interlocutori di fronte allo Stato e la capacità di presentarsi come un Islam di seconda generazione, ormai stanziale, e composto per la maggioranza da cittadini italiani.                        Da parte governativa,invece, sarebbe opportuno abbandonare l’atteggiamento di “specializzazione” nei confronti della religione islamica, specializzazione che ha portato alla nascita della Consulta per l’Islam italiano, (non esiste una consulta per i Buddisti italiani), e alla considerazione di tutto ciò che abbia a che fare con l’Islam come un problema di ordine pubblico, se non di sicurezza nazionale.                                                                                                                                                                                                                L’attenzione governativa dovrebbe tornare sui diritti civili e religiosi da garantire a tutti, in particolare ai cittadini, secondo la nostra Carta costituzionale.  

Alessandro Di Cecco

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Il testo affronta il tema della condizione giuridica dell’Islam in Italia, tra legislazione sui culti ammessi e prospettive di intesa con lo Stato.     In particolare viene affrontata la questione dell’istruzione religiosa,attraverso un’analisi della situazione delle confessioni religiose acattoliche dallo Statuto Albertino ad oggi. Particolare attenzione viene riservata ai problemi e alle prospettive riguardanti un’istruzione religiosa islamica in armonia coi principi costituzionali ma allo stesso tempo fedele ai principi della propria tradizione.

Alessandro Di Cecco(Taranto,1986) si è laureato in Giurisprudenza e ha frequentato come borsista il Master Accademico di II Livello “Esperti in politica e relazioni internazionali” presso la Libera Università Maria SS.                                                                                                                            Assunta, LUMSA, di Roma. Ha svolto inoltre un tirocinio di 15 mesi presso due Amministrazioni Pubbliche di livello ministeriale, e collabora col Presidente dell’Associazione “Prospettive Mediterranee”, dott. Enrico Molinaro, alla redazione di articoli e saggi.

Da parte dei musulmani italiani sono necessari lo sforzo di trovare precisi interlocutori di fronte allo Stato e la capacità di presentarsi come un Islam di seconda generazione, ormai stanziale, e composto per la maggioranza da cittadini italiani.                                                        Da parte governativa,invece, sarebbe opportuno abbandonare l’atteggiamento di “specializzazione” nei confronti della religione islamica, specializzazione che ha portato alla nascita della Consulta per l’Islam italiano, (non esiste una consulta per i Buddisti italiani), e alla considerazione di tutto ciò che abbia a che fare con l’Islam come un problema di ordine pubblico, se non di sicurezza nazionale.                      L’attenzione governativa dovrebbe tornare sui diritti civili e religiosi da garantire a tutti, in particolare ai cittadini, secondo la nostra Carta costituzionale.  

Alessandro Di Cecco