Ibn Khaldun e la Muqaddima

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La morte delle dinastie e dello stato è, in ogni caso, un fatto naturale. Pur detenendo effettivamente il potere, un mulk efficace e retto sarebbe comunque sottoposto al ciclico divenire della storia e della natura umana. Il processo di nascita, crescita e morte degli stati dipende dal libero arbitrio umano. Le forze produttive agisce no indipendentemente dalla volontà. Ogni stato è sottoposto a un processo di senescenza. Lo spirito di corpo si allenta, il lusso prevale, l’ingiustizia si fa largo nelle maglie della società, i sovrani sono costretti ad aumentare la cassazione, l’iniziativa privata e il processo di produzione della ricchezza languono: le dinastie vanno incontro alla loro morte naturale. È pressoché inevitabile che, in questo processo, la forza umana autenticamente operante sia solo l’asabiyya e che lo spazio lasciato all’iniziativa individuale sia minimo. Nei confronti di un potere oppressivo e tirannico, ad esempio, non si fa alcun accenno al diritto di ribellione, che pure costituisce un punto nodale del dibattito politico islamico classico”.

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La morte delle dinastie e dello stato è, in ogni caso, un fatto naturale. Pur detenendo effettivamente il potere, un mulk efficace e retto sarebbe comunque sottoposto al ciclico divenire della storia e della natura umana. Il processo di nascita, crescita e morte degli stati dipende dal libero arbitrio umano. Le forze produttive agisce no indipendentemente dalla volontà. Ogni stato è sottoposto a un processo di senescenza. Lo spirito di corpo si allenta, il lusso prevale, l’ingiustizia si fa largo nelle maglie della società, i sovrani sono costretti ad aumentare la cassazione, l’iniziativa privata e il processo di produzione della ricchezza languono: le dinastie vanno incontro alla loro morte naturale. È pressoché inevitabile che, in questo processo, la forza umana autenticamente operante sia solo l’asabiyya e che lo spazio lasciato all’iniziativa individuale sia minimo. Nei confronti di un potere oppressivo e tirannico, ad esempio, non si fa alcun accenno al diritto di ribellione, che pure costituisce un punto nodale del dibattito politico islamico classico”.