Sabun di Alae Al Said

Sabun di Alae Al Said

Il primo romanzo di Alae Al Said ha come titolo “Sabun”, parola che in arabo significa “sapone”. Un oggetto quotidiano che si staglia nel panorama di Nablus, dove la produzione artigianale di “sabun” ha quasi la connotazione di un rito sacro, in ogni suo passaggio. “Una delle sette meraviglie del mondo, dovrebbero essere i saponifici”. Ed è in questo contesto che nasce e cresce la protagonista, Asia, figlia di un saponaio, assieme al fratello Imran e alla migliore amica Leila. Nonostante l’occupazione, la vita a Nablus procede serena, finché nel 1987 l’esistenza di tutti i personaggi viene improvvisamente sconvolta e con la Prima Intifada tutto è destinato a cambiare. 

 

La penna magica di Alae scrive nero su bianco una storia il cui filo conduttore è la resistenza all’oppressione, la determinazione contro un’ingiustizia cieca, l’affermazione identitaria coraggiosa e tenace di chi vede giorno dopo giorno la propria patria e la propria storia essere cancellati dalla prepotenza. Un racconto che testimonia con sincerità, passione e poesia gli echi di una realtà che tuttora i palestinesi si ritrovano ad affrontare. 

 

L’amore non sopravvive senza paure, un amore senza, non è amore”: così, senza ombra di vittimismo, l’autrice narra magistralmente degli amori, delle “belle cose della vita”, ma anche del dolore profondo e della tragicità della condizione di chi vive e lotta per la sopravvivenza della Palestina, dove “ogni pietra è storia e sudore”. 

 

Un romanzo assieme dolce e crudo, allo stesso tempo un pugno allo stomaco e un’onda travolgente di emozioni. Un libro che trascina il lettore rigo per rigo, mantenendolo col fiato sospeso fino all’ultima pagina. Una lettura che smuove le coscienze, un appello all’umanità che risiede in ognuno di noi.

Islam in Focus

Ottobre 21, 2016